La Norvegia inizia, poi si aggiunge la Germania, anche l’Olanda e altri. Si tratta della volazione dei diritti umani durante la costruzione degli stadi per il Mondiale 2022 che si svolgerà in Qatar.
Prima della gara di qualificazione ai Mondiali del 22 contro l’Islanda i calciatori della nazionale tedesca sono entrati in campo con delle maglie nere le cui lettere formavano la scritta „Human Rights”.
Era il messaggio rivolto al governo del Qatar, il paese che ospiterà l’evento del prossimo anno e nel quale, secondo i dati dell’inchiesta del Guardian, sarebbero morti circa 6000 lavoratori impiegati nelle costruzioni degli impianti. Erano nella maggior parte lavoratori immigrati irregolari e forza lavoro proveniente perlopiù da India, Bangladesh, Nepal e Pakistan.
Prima della Germania era stata, però, la Norvegia di Haaland a schierarsi contro le pratiche in uso in Qatar. In occasione della partita di qualificazione al Mondiale del 2022 contro Gibilterra (3:0) del 24 marzo, tutti i compagni della squadra norvegese erano entrati sul campo con delle maglie bianche con la scritta “Human rights on and of the pitch” (Diritti umani sul campo e fuori campo). Stale Solbakken, l’allenatore degli norvegesi, ha sommato in questo modo tutta la vicenda: “La parola dialogo è molto vaga e pavida. Deve esserci una pressione, misure dirette affinché le cose migliorino. Lo sport può mandare dei segnali”.
La Norvegia ha aggiunto ulteriormente alle magliette il segno del cinque durante l’esecuzione dell’inno. Secondo alcune interpretazioni, i segno si riferiva alla legge norvegese del 1999 con cui sono stati lanciati cinque importanti trattati internazionali a protezione dei diritti umani.
Alla fine è stato il turno della Danimarca, dell’Olanda e del Belgio che nelle loro prime partite di qualificazione ai Mondiali hanno indossato una maglietta con la scritta “Football supports change” (Il calcio sostiene il cambiamento). La federazione belga è andata addirittura oltre, pubblicando un paio di tweet in cui chiedeva misure più forti per migliorare le condizioni di lavoro e il rispetto dei diritti umani in Qatar.
LA FIFA TACE
Solitamente contraria ad ogni tipo di manifestazione di natura politica in eventi calcistici, FIFA ha preso un’insolita posizione in merito. Nessuna federazione coinvolta è stata punita con una sanzione. FIFA ha addirittura deciso di non prendere alcun provvedimento disciplinare contro i giocatori coinvolti.
La FIFA, infatti, vieta in maniera molto esplicita e rigida l’esposizione in campo di messaggi di questo tipo. Stavolta leggiamo che „il potere del calcio come forza del bene. Nessun procedimento disciplinare in relazione a questa questione sarà aperto„.
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